Torino
Archivio di Stato – Corte 
Fondo: Materie ecclesiastiche, Abbazie, Abbazia di San Pietro e Sant’Andrea di Novalesa 

Consistenza: 71 faldoni, con atti datati dal 726 al 1899 

Inventario 315/12 (2010), consultabile on line: https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/upload/novalesa.pdf

Archivio di Stato – Sezioni Riunite 
Fondo: Economato Generale dei benefici vacanti di Torino, Abbazia di San Pietro e Sant’Andrea di Novalesa 

Consistenza: 9 faldoni, con atti datati dal 1463 al 1805 

Non inventariato  

Storia archivistica

Le ricognizioni condotte sulle carte dell’abbazia novalicense sono state diverse e spesso sono coincise con momenti significativi della storia del cenobio. Il più antico intervento certo è quello eseguito tra il 1502 e il 1512 dal prevosto Pietro Allavardo di Vigone su mandato del commendatario Andrea Provana, conclusosi con la redazione di un elenco degli atti attestanti i diritti del cenobio. Nel tempo – come sempre accade in questi casi – al costante accrescimento dei documenti è coinciso un periodico aggiornamento degli inventari, nonché – stante la condizione di commenda dell’abbazia di Novalesa – il trasferimento dell’archivio monastico al Regio Economato per i benefici vacanti dello Stato sabaudo nel 1770-1771. Questo primo nucleo documentario depositato presso gli Archivi Regi è stato poi ulteriormente implementato con una serie successiva di versamenti – riuniti nei cosiddetti “mazzi di addizione” – secondo i tempi e le dinamiche dettate dalla burocrazia sabauda e in modo particolare a seguito delle soppressioni occorse all’ente ecclesiastico durante l’età napoleonica e per effetto delle leggi Rattazzi del 1856. 

Novalesa 
Archivio dell’Abbazia dei Ss. Pietro e Andrea di Novalesa 
Fondo: Abbazia dei Ss. Pietro e Andrea di Novalesa 

Consistenza: 45 metri lineari, con atti datati dal 1973 al 2018 

In corso di inventariazione dal 2020

Fondo: Senatore Giuseppe Maria Sibille 

Consistenza: 70 metri lineari, con atti datati dal primo quarto del XX sec. all’ultimo quarto del XX sec. 

In corso di inventariazione dal 2020

Fondo: don Giovanni Battista Vallory

Consistenza: 5 metri lineari, con atti datati dal primo quarto del XX sec. all’ultimo quarto del XX sec. 

In corso di inventariazione dal 2020

Fondo: Miscellanea

Consistenza: 5 metri lineari, con atti datati dalla fine del XVIII sec. alla metà del XX sec. 

In corso di inventariazione dal 2020

Storia archivistica

I fondi documentari conservati presso l’Abbazia di Novalesa riguardano in primo luogo l’amministrazione del cenobio e la vita della sua comunità dal 1973 ad oggi. A questo primo tipo di documentazione (composta prevalentemente da atti di natura pastorale e contabile), fanno da corollario alcuni fondi personali, donati da personalità che hanno avuto un ruolo di rilievo nella storia più recente dell’abbazia, come ad esempio il senatore Giuseppe Maria Sibille.   

Susa
Archivio Storico Vescovile e Diocesano 
Fondo: Archivio Storico Vescovile, Parte I. Governi abbaziali precedenti l’istituzione della Diocesi, Abbazia nullius dei Santi Pietro e Andrea di Novalesa 

Consistenza: 18 fascicoli, con atti datati dal 1665 al 1771 

Fondo: Archivio Storico Vescovile, Parte III. Monasteri, conventi e istituti religiosi in territorio diocesano, Abbazia benedettina dei Ss. Pietro e Andrea di Novalesa

Consistenza: 39 fascicoli, con atti datati dal 1780 al 1974 

Inventario (2012) 

Storia archivistica

I documenti relativi all’abbazia di Novalesa conservati presso l’Archivio Storico Diocesano di Susa si riferiscono in primo luogo ai rapporti tra la comunità di cistercensi stabilitasi nel cenobio dal 1646, gli abati commendatari, il clero e le comunità delle parrocchie della Val Cenischia dipendenti dal monastero.    

Una seconda e più recente serie di documenti, invece, attesta i rapporti tra la comunità monastica e i vescovi di Susa in relazione alla gestione patrimoniale, ai benefici e ai diritti del cenobio di Novalesa e del dipendente Ospizio del Moncenisio, alla soppressione dell’abbazia nel secondo Ottocento e al ritorno dei padri sublacensi nel 1973.  

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