ADORAZIONE DEI PASTORI


François Le Moine (Parigi, 1688-1737)

1721

olio su tela

Dimensioni

RestauriVenceslao Bigoni 1903-1904;

UbicazioneChiesa parrocchiale di S. Stefano Martire di Novalesa.

ProvenienzaAbbazia dei Ss. Pietro e Andrea di Novalesa.

BibliografiaDi Macco 1988; Ruffino 2000, pp. 73-76; De Blasi 2005, p. 79; Ludovici 2019 a, pp. 110-111.

BibliografiaDi Macco 1988; Ruffino 2000, p. 74; Ludovici 2011, p. 289; Rizzo 2011, p. 124.

Firmato e datato Lemoine 1721, il dipinto proviene dalla chiesa parigina di San Rocco, non distante dal Palais Royal. L’opera, citata nel Voyage pittoresque des environs de Paris di Dézailler d’Angenville del 1778, rimase in una delle cappelle della chiesa sino al 1794, quando, per effetto della chiusura delle chiese e dei templi dell’anno precedente, fu prelevata e collocata nel vicino Dépôt des Petits-Augustins; passò poi al Dépôt de Nesle nel 1798 e al Musée Spécial de l’Ecole Française a Versailles, prima di arrivare al Musée Napoleon (Ruffino 2000, pp. 75-76). Dai depositi del museo, nel 1813, fu poi prelevata insieme a una serie eterogenea di altri quattro dipinti ad olio destinati, per volere di Napoleone, a dom Antoine Gabet, abate dell’Ospizio di S. Maria del Moncenisio, «pour la decoration de l’eglise du Mont Cenis». Insieme all’opera di Le Moine, la spedizione comprese una Crocifissione di Pietro e una Deposizione dalla croce d’ambito caravaggesco, un’Adorazione dei Magi di scuola del Rubens e una seconda Deposizione dalla croce riferibile alla cerchia di Giulio Campi: tutte provenienti dai depositi del museo del Louvre, dove erano state radunate sin dal 1793 (De Blasi 2005; Di Macco 1988; Ruffino 2000; Ludovici 2019 a, p. 111). In seguito, con il ritorno dei monaci benedettini presso l’abbazia di Novalesa nel 1821, il dipinto, insieme a tutti gli altri arredi e suppellettili dell’Ospizio del Moncenisio, fu trasferito nella chiesa abbaziale dei Ss. Pietro e Andrea, dove rimase sino alla soppressione di quest’ultima nel 1855-1856, passando poi alla sua ubicazione attuale all’interno della vicina chiesa parrocchiale di S. Stefano. 

Stilisticamente, il dipinto si riferisce al più maturo rococò francese. L’autore, François Lemoyne o Le Moine, entrò giovanissimo, nel 1701, all’Académie Royale de Peinture et de Sculpture. Studiò sotto Louis Galloche e ci rimase sino al 1713. Nel 1711 vinse il Prix de Rome, mentre nel 1718 fu eletto membro dell’Académie, divenendone uno dei docenti nel 1733. Primo pittore del re, grazie alle numerose opere di altissimo livello, fu soprannominato il “nuovo Le Brun”, in riferimento a Charles Le Brun (Parigi 1619-1690), già pittore del re e grande interprete delle principali campagne decorative nella reggia di Versailles.

Secondo quanto riportato dal Vangelo di Luca, la scena dell’adorazione dei pastori è qui ambientata in un’atmosfera notturna in cui i primi testimoni della venuta al mondo del Salvatore si radunano presso la mangiatoia, componendo una cornice di sincero e rispettoso omaggio. L’un’aura di luce trascendente che avvolge il Bambino Gesù si irradia sui volti, le espressioni e i gesti degli astanti e si riverbera verso l’alto nella figura di un angelo con un cartiglio, che sembra guidare il canto di un piccolo coro celeste. Da ultimo, in primissimo piano, si nota il dettaglio di un agnello con le zampe legate insieme, prefigurazione del sacrificio di Cristo.